L’Etna: il vulcano più grande d’Europa

Cosa aspettarsi da un’escursione?

L’Etna, soprannominato dai siciliani “Mungibeddu” o “A’ montagna” in quanto ritenuto LA montagna per eccellenza, è il vulcano più alto della placca euroasiatica e il più attivo d’Europa. Originatosi circa 600.000 anni fa in seguito a una collisione tra la placca Eurasiatica e quella Africana, è attivo da 500.000 anni. 

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Tra ottobre e novembre è possibile passeggiare nei suoi boschi Piano del Vescovo e Illice, che si tingono dello splendido colore autunnale delle foglie. Ma questo periodo è perfetto anche per un’escursione sul vulcano, nelle sue grotte o all’interno dei suoi tubi di lava. 

Nel primo caso, il trekking vi porterà fino a 3.000 metri di altitudine, ed è quindi importante scegliere un abbigliamento adeguato: prediligete vestiti comodi, coprenti e impermeabili, e non dimenticate berretto, guanti e occhiali da sole.

Alla partenza, una funivia o un’automobile 4X4 vi accompagneranno fino a 2.500 metri di altitudine. Qui il trekking ha inizio. Scattate foto che ricorderete per sempre mentre ammirate i sentieri cinerei, i crateri, le fratture e le colate laviche. Una guida vi accompagnerà per tutto il tragitto mentre vi illustrerà tutti i segreti dell’Etna. Una delle tappe principali del percorso è alla base del cratere più attivo del vulcano: il nuovo cratere di Sud-Est, originatosi nel 2007. Le sue eruzioni, che dovrebbero decorrere dopo un’ora, hanno durata di 10 ore.

Potrete poi visitare i crateri di Bargaballo, che si sono formati nel 2002 durante l”eruzione perfetta”, tra il 27 ottobre e il 29 gennaio. Questa eruzione, Definita così perché avvenuta in concomitanza con un terremoto, è stata tra le più esplosive degli ultimi 100 anni e ha arrecato svariati danni al borgo di Santa Venerina, e ad Acireale, Giarre, Zafferana Etnea e Milo. Si stima che, durante l’eruzione, siano stati emessi 160 milioni di metri cubi di lava. Lungo la strada per arrivare qui si trovano anche i caratteristici Hornitos, dei piccoli coni di scorie che si formano sulla superficie di un flusso di lava.

Visitate poi la Valle del Bove, all’interno dell’area protetta del Parco dell’Etna: da questa conca desertica, ricoperta da colate laviche recenti, sono visibili alcuni crateri avventizi come Monte Simone e i Monti Centenari. E qui trovate anche diverse dagale (porzioni di vegetazione isolata circondata dalla lava). 

Nel Passo dei Dammusi incontrerete della lava che ha assunto la forma di una corda chiamata lava cordata, che si è generata dal raffreddamento di lave fluide. È anche possibile avventurarsi verso le grotte vulcaniche dell’Etna: La Grotta del Gelo e La Grotta dei Lamponi. Le due cave di scorrimento lavico si sono generate nel 1614, durante un’eruzione decennale che emise un miliardo di metri cubi di lava. Il primo antro è il ghiacciaio perenne più meridionale d’Europa. Mentre il secondo è uno dei più lunghi del vulcano, è stato scoperto nel 1965 e presenta delle caratteristiche stalattiti da rifusione e cordoni orizzontali sulle pareti.

Incamminatevi anche nei tubi di lava dell’Etna, gli unici presenti in Italia. Si tratta di alcune grotte scavate all’interno di rocce laviche, che costituiscono la forma fossile di un’eruzione di lava molto fluida. Solitamente si sviluppano in direzione suborizzontale, ma, in questo caso, presentano dei pozzi al loro interno.

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